5 Spumanti strani per dire addio al 2020
by Valeria Mulas
L’anno che ci lasceremo tra poco alle spalle, sarà ricordato con un’aurea di nebbia ricca di virus. Mai come questa volta saremo felici di stappare fiumi di bollicine per dire addio al 2020 e inaugurare il nuovo anno. Il nostro consiglio è di farlo con 5 spumanti strani, ma buonissimi.
Al grido di “famolo strano” ecco come brinderà la redazione di Vinity Fair quest’anno:
Bombino Bianco
Il nome è già un programma, ma restiamo calmi. Anche se state già pensando alle Bombe di Maradona, ultimo uomo-mito che ci ha sottratto questo 2020, devo confessarvi che il nome deriva dal dialetto “buon vino” ed è già un ottimo proposito.
Vitigno a bacca bianca, per anni usato in uvaggio con altre uve, sempre più vede splendere il suo sapore fresco e sapido tra bollicine finissime create grazie al Metodo Classico. Dal 1979 tre amici di San Severo, producono in Puglia spumanti eleganti, apprezzati e rinomati usando la mitica uva autoctona a firma Casa d’Araprì.
La Riserva Nobile d’Araprì, con cui brinderemo, è un 100% bombino bianco che i tre amici di d’Araprì descrivono così:
Colore: dorato chiaro e cristallino, con perlage sottile e di bella verve.
Profumo: intenso di avvolgente eleganza, con toni di pasticceria al burro che si fondono con un frutto deciso di ananas e banana e un sentore di vaniglia.
Gusto: pieno e complesso, ma nel contempo di corpo e volume, con un piacere gustativo indimenticabile.
Abbinamenti gastronomici: perfetto con la cucina pugliese della mamma!
Prezzo indicativo: 25€
Aglianico del Vulture
La Lucania, nota a più come Basilicata, per molti resta tra le “regioni che non si sa dove siano di preciso”, complice anche la sua posizione incastrata tra Campania, Puglia e Calabria, che la rendono facilmente terra di labili confini. Eppure quando per caso o per scelta ci finisci, non è difficile portarsi via ricordi indimenticabili, fatti di paesaggi, paesi arroccati (Matera docet), cibo e tanto vino. E a proposito di vino, l’Aglianico del Vulture è un gioiello del nostro paese, che offre certezze potenti su carni cotte a puntino e su piatti di pasta fatti in casa con ricchi ragù.
Ma se vi dicessimo che esiste anche la versione spumante? Una ricca bollicina ottenuta con metodo classico, dalla vinificazione in rosato dell’Aglianico del Vulture. Più strano di così, cosa desiderate?
Lo Stipula Rosé, è ottenuto da 100% Aglianico del Vulture rigorosamente Millesimato ottenuto con metodo classico e la famiglia Giuratrabocchetti di Cantine del Notaio lo descrive così:
Colore: Rosa antico, brillante, con perlage fine e persistente.
Profumo: evoca lievi profumi di frutti rossi freschi e una elegante nota fumè.
Gusto: ricco e pieno, con un finale fresco e gradevole.
Abbinamenti gastronomici: ottimo con i piatti di mare e i fritti come le verdure in pastella, preparati dalla zia preferita.
Prezzo indicativo: 18€
Lugana
Una vera perla si nasconde tra la Lombardia e il Veneto. Si tratta dell’uva Trebbiano di Soave, anche nota come Turbiana o Lugana. La bellezza di questo vitigno, geneticamente identico al Verdicchio, sta nella longevità, oltre che nel gusto sapido e minerale. Il nome Lugana deriva dalla Selva Lucana, che era il foltissimo bosco acquitrinoso presente nell’area del Lago di Garda, bonificata a partire dal ‘400 dalla Serenissima Repubblica di Venezia. Qui la vite c’è almeno dall’età del Bronzo e data la longevità del vino, possiamo sperare ci sarà per sempre.
Selva Capuzza è la cantina che abbiamo scelto: ha alle spalle più di 100 vendemmie (la sua storia inizia nel 1917), con una filosofia ecofriendly che supera il biologico come spiegano qui.
Hirundo Brut Metodo Classico interpreta a pieno il vitigno Turbiana e andrebbe dimenticato in cantina per assaggiarlo tra qualche anno. Ma visto che con queste pandemie, del “doman non v’è certezza“, noi lo apriremo felicemente a capodanno.
Colore: Giallo paglierino dal perlage intenso.
Profumo: l’erba tagliata fa da sfondo a frutta e fiori gialli. Note di pepe bianco.
Gusto: avvolgente, lungo e sapido.
Abbinamenti gastronomici: il risotto allo zafferano con gamberi rossi del cugino mezzo-chef vi farà dimenticare il 2020.
Prezzo indicativo: 16€
Vernaccia di Serrapetrona
Se c’è una cosa molto molto strana con cui festeggiare, questa è la Vernaccia di Serrapetrona spumantizzata. Lo è a partire dal vitigno, che è a bacca nera e autoctono delle Marche, della zona si Serrapetrona nel Maceratese. Ma fin qui non si discosta molto dagli altri vitigni visti, tutti rigorosamente autoctoni. La sua grande particolarità sta nella vinificazione: è infatti l’unico spumante al mondo che fa ben tre fermentazioni: la prima per creare un vino base dalle uve raccolte a ottobre, la seconda dall’aggiunta del mosto fatto con le uve lasciate appassire fino a novembre e infine la terza con Metodo Martinotti, per creare uno spumante unico dall’intenso e particolarissimo profumo. Esiste nella versione dolce e secca.
Noi abbiamo scelto quella secca della Cantine Fontezoppa.
Colore: Rosso rubino con riflessi violacei.
Profumo: intenso di gelso, di spezie, d’incenso, di viola.
Gusto: tornano grandi note speziate, in un ricordo di chinotto e freschezza.
Abbinamenti gastronomici: il cianuscolo che vi è arrivato con il pacco dal sud, sarà la morte sua. In alternativa il più classico Lenticchie e Cotechino, non vi deluderà.
Prezzo indicativo: 12€
Moscato
Finiamo con un classico, ma in versione Brut. Il moscato bianco è, con tutta probabilità, il capostipite di una dolcissima famiglia e, in Piemonte, regna da vero re dando alla luce meravigliosi spumanti dolci. Cosa succede se invece lo stesso vitigno lo trattiamo come uno champagne e lo lasciamo sui lieviti per 30 mesi? Normalmente con i moscati e le malvasie si preferisce il Metodo Martinotti perché mantiene la fragranza dei profumi e la vivace freschezza del frutto. Riccardo e Maria di Mongioia hanno invece scommesso su un prodotto diverso: uve moscato in purezza, fermentazione con lieviti indigeni selezionati, senza alcuna aggiunta di zuccheri, riposo per almeno 30 mesi in bottiglia.
Il risultato? Meramentae, il Moscato in versione Extra Brut.
Colore: Giallo paglierino con riflessi dorati, perlage finissimo.
Profumo: pesca e fiori bianchi, su una nota incantevole di menta piperita e agrumi.
Gusto: grande freschezza e aromaticità, con una lunga scia di menta, mela e agrume.
Abbinamenti gastronomici: ostriche come se non ci fosse un domani, ma anche del vero sushi, per le cene tra innamorati.
Prezzo indicativo: 30€
Valeria Mulas
Sommelier e degustatrice AIS. Assaggiatrice ONAF.
Comunicatrice empatica.
Appassionata di vino, cibo, arte e bellezza.
A tratti pittrice, scrittrice di troppe lettere.
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