CASTELLINA IN CHIANTI
Storie di terroir raccontate da Armando Castagno
by Valeria Mulas
Da qualche mese è disponibile l’ultima fatica di Armando Castagno, dedicata a Castellina in Chianti. Un’opera che dipinge il ritratto di questo comune toscano attraverso l’identificazione delle sue matrici geografiche, culturali, artistiche, storiche e geologiche, da una parte, e attraverso il racconto vivo dei suoi protagonisti, dall’altra. Memorie personali che, insieme alla parte tecnica iniziale e alle mappe finali, ci restituiscono un unicum di terroir: Castellina in Chianti.
Quando ho aperto la prima volta il libro di Armando Castagno “Castellina in Chianti. Territorio, vino, persone”, edito dai Viticoltori di Castellina in Chianti, il primo impatto è stato olfattivo. Una voragine intensa mi ha portata via immediatamente. In un soffio proustiano mi sono ritrovata bambina con un album di figurine Panini sulle ginocchia e in mano un pacchetto da aprire per trovare le mancanti. Album di ricordi, album di foto da incollare, con tutti quei profumi di colla vinilica e stampa su carta patinata che, al cospetto, le madeleine dovevano essere certamente più delicate.
Fu così forte quella vertigine, che misi via il volume lasciando al futuro la sua lettura e ben presto mi dimenticai della sensazione. Il 29 marzo, però, siamo stati invitati ad assistere alla presentazione milanese del libro. Così qualche giorno prima ho colmato la mancanza con un’iniziale lettura.
La scrittura di Armando Castagno è per me una fonte di ispirazione e la sua capacità di raccontare i territori, ormai ben nota ai più, risulta sempre leggera come un aquilone. Sguardo dall’alto che non si nega di atterrare a capofitto per approfondire storia, geografia, terreni, arte ed economia dei luoghi su cui vola. Così si compone la prima delle tre parti del libro, dando al lettore tutti gli strumenti per orientarsi e comporre l’identità di Castellina. La seconda sezione è interamente dedicata alle persone: 37 affascinanti interviste delineano, insieme all’introduzione e alle carte geografiche della terza parte, lo spaccato umano variegato che è alla base dei vini di Castellina.
Territorio, vino, persone
La presentazione del libro, nella bella cornice di Dada in Taverna a Milano, è l’occasione per scoprire qualcosa di più del libro e per degustare i vini dei 37 produttori.
«Quest’anno compiamo 20 anni di storia e ci siamo fatti questo bel regalo: un libro per raccontare Castellina a 360 gradi, al di là del Chianti, considerando che forse quello di cui si parla meno è proprio il vino delle aziende», sono le parole di Enrico Pozzesi, Presidente e socio dell’Associazione Viticoltori in Castellina ad inizio presentazione. Sono quaranta i produttori soci di questa organizzazione che, quasi 5 anni fa, hanno chiesto ad Armando Castagno di cercare di delineare un’identità comune, nell’ottica di rafforzare l’immagine dei vini di Castellina.
Terroir
Siamo nel lembo di terra tra Firenze e Siena, in pieno areale di produzione del Chianti Classico: Castellina, insieme a Radda e Gaiole, è tra i tre paesi, sugli otto totali, ad avere l’intero territorio comunale in denominazione.
Un territorio vasto ed estremamente variegato, che assomma tutto ciò che si trova nel Chianti Classico: vigne quasi di pianura, solatie e altre in posti impervi ed isolati, raggiungibili magari attraversando radure o boschi; e ancora altitudini, giaciture, climi e geologie che cambiano continuamente, facendo di Castellina un caso-studio ottimale per comprendere l’intero territorio. Tredici i profili geologici e quindici le unità vocazionali identificate da Armando con i produttori, che aprono le porte ad un’ulteriore analisi di zonazione possibile all’interno dell’unica UGA (Unità Geografica Aggiuntiva), Castellina in Chianti appunto, tra le 11 totali da poco varate nel disciplinare per questo territorio. D’altra parte le stesse UGA sono state poste come un primo passaggio descrittivo che siamo certi avranno ulteriori ampliamenti, sia approfondendo le differenze territoriali all’interno di ciascuna unità, sia espandendo la possibilità di menzione ad altre tipologie di Chianti Classico, dalla sola Gran Selezione attuale. Appare chiaro che in questo mosaico così variegato dal punto di vista geologico, climatico e di altitudini sia difficile definire un unico comune denominatore che possa descrivere il vino di Castellina. Eppure Armando è riuscito a cogliere nella trama umana dei viticoltori un fil rouge di coesione: il pensiero dietro al vino, l’approccio al territorio e alle sue uve, la ricerca unitaria di racconto del Chianti Classico, al di là dei suoi stereotipi. Un precipitato umano, quello che emerge dalle interviste, mai banale, che è un accumulo di tessere che aggiungono elementi descrittivi all’unità Castellina. Dialoghi in cui Armando fa un passo indietro, riportando fedelmente domanda e risposta, in modo da mettere il produttore in diretto contatto con il lettore, senza il filtro di una trascrizione giornalistica.
Ed è qui che, mentre ascolto la bella chiacchierata tra Alessandro Franceschini – giornalista, docente e direttore della rivista ViniPlus dell’Associazione Italiana Sommelier di Lombardia – ed Armando Castagno, la mia mente torna al primo impatto olfattivo con il volume ed unisce i puntini di quell’epifania. Castellina in Chianti è un puzzle e per raccontarlo l’unica scelta coerente è un album fotografico (ritratti di Caroline Aspas e foto dei paesaggi di Andrea Federici), oltre che descrittivo: un album come quello delle figurine Panini che portavano a futura memoria i personaggi dei nostri cartoon preferiti, così come le storie dei calciatori. Una narrazione popolare che riporta il vino e la sua fama nel giusto posto: il convivio, laddove le persone si scambiano le storie tracciando la memoria di un popolo, all’interno della storia collettiva del luogo.
Sono numerose le storie curiose che tengono incollato lo sguardo del lettore a queste pagine tanto dense quanto leggiadre, tanto chiare quanto eleganti come i Chianti Classici di questo “nuovo Rinascimento”. Indubbio, infatti, il cambio di direzione che sta avvenendo in zona a spese di quell’idea di vino duro, concentrato, robusto, tannico e mai pronto. Grazie alle nuove generazioni e, più in generale, ad un cambio di pensiero dei produttori si sta puntando su finezza, trasparenza e facilità di beva, senza per questo perdere in longevità. Molti degli assaggi che abbiamo avuto il piacere di fare a fine presentazione sono stati una conferma di questa scia luminosa, che sempre di più vede la presenza in purezza del sangiovese
Castellina in Chianti. Territorio, vino, persone
Il libro, edito dai Viticoltori di Castellina in Chianti, è acquistabile presso tutti i produttori e online:
https://www.viticoltoricastellina.it/
Valeria Mulas
Sommelier e degustatrice AIS. Assaggiatrice ONAF.
Comunicatrice empatica.
Appassionata di vino, cibo, arte e bellezza.
A tratti pittrice, scrittrice di troppe lettere.
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