Sardegna, vino e tappeti
by Valeria Mulas
Sardegna, vino e tappeti hanno un elemento in comune. Quale?
Lo scopriamo in questo viaggio nel mondo dei tappeti sardi e delle etichette dei vini della Cantina Mesa.
La Sardegna è Isola per eccellenza: nel suo quotidiano, che si è sviluppato nell’entroterra (lontano da quel mare battuto da genti altre) sono rimaste intatte tradizioni secolari: sangue antico e racconti misteriosi scritti con acini d’uva.
Lingua nella lingua, quella dei segni grafici sardi, racconta le vicende di un popolo fatto di terra, polvere, sudore e vento.
Il telaio da sempre ha aiutato questo racconto, dove la materia prima (il filato da lana ovina, soprattutto) è diventata il foglio di una scrittura unica.
La tecnica tradizionale, rigorosamente al telaio a mano (Su Trobasciu), prevede un ordito chiamato pibiones (acin
Il filo rosso della vite e dei suoi acini ritorna più volte in questa narrazione e ci ricorda che la Sardegna è una terra di vini.
Lo sa bene Gavino Sanna, che dopo una vita da pubblicitario tra i più importanti al mondo, torna alla sua terra e fonda Cantina Mesa.
La Mesa si trova nel Sulcis, a Sant’Anna Arresi, sulle pendici di una valle riparata dai venti di maestrale e circondata dal Mar Mediterraneo: un’area di una bellezza disarmante e selvaggia.
Qui le uve di Carignano, Cagnulari, Vermentino, Cannonau e Syrah hanno indossato un abito elegante, minimalista, eppure pieno di significati.
Le bottiglie, tutte rigorosamente di vetro nero, sono per Sanna “forti, austere e dignitose, come le donne di Sardegna; da sempre protagoniste della storia dell’isola e depositarie dei suoi valori più antichi e profondi. Le etichette minimali, che rappresentano stilizzati gli originari motivi dei primi tappeti sardi. Bianchi e neri, come il vello naturale delle pecore. La seconda parte un tocco di colore; che rende omaggio ai policromi e affascinanti costumi di Sardegna” (tratto da Intervista a Gavino Sanna – Polkadot).
Sulle etichette ritroviamo la storia segnica della Sardegna: i rombi si rincorrono in greche moderne, che raccontano un intero territorio.
La pulizia e la scelta di un formato piccolissimo (le etichette sono circa 2,5*5 cm) donano un’eleganza che non ha bisogno di fronzoli, come l’autentico carattere sardo.
I vini corrispondono pienamente a quest’immagine esterna: eleganti e pieni, raccontano al consumatore di oggi una terra antichissima, rincorrendo quel fil rouge di segni che uniscono le storie sarde.
Valeria Mulas
Sommelier e degustatrice AIS. Assaggiatrice ONAF.
Comunicatrice empatica.
Appassionata di vino, cibo, arte e bellezza.
A tratti pittrice, scrittrice di troppe lettere.
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