Abruzzo: 6 imperdibili tappe tra Pescara e Chieti
by Valeria Mulas
L’Abruzzo è una delle regioni italiane da scoprire. Regalatevi almeno due notti per scoprire queste 6 imperdibili tappe tra Chieti e Pescara, partendo da dove alloggiare…
1. Tenuta I Fauri – Baldovino ad Ari (Chieti)
Prima di tutto dove dormire in Abruzzo? A due passi da Chieti e circondata da vigneti, c’è la Tenuta i Fauri, che è stata la nostra casa e che non vediamo l’ora di riabitare.
Vi accoglierà Valentina per lasciarvi le chiavi della vostra silenziosa e comodissima camera.
Piscina e uso cucina, completano l’offerta di questa bellissima tenuta. Ovviamente non potrete andare via senza aver chiesto una degustazione dei loro vini. Ne abbiamo scritto qui
2. Ortona
Perdetevi tra i vicoli di Ortona fino ad arrivare al Castello Aragonese. Città antichissima, considerata da sempre importante porto commerciale d’Abruzzo, Ortona ha subito numerose dominazioni dai Romani, ai Goti, ai Bizantini, dai Longobardi ai Normanni, fino allo sviluppo in epoca sveva.
La città è nota alla cronaca moderna per la Battaglia di Ortona, che la vide protagonista durante la seconda Guerra Mondiale (20-28 dicembre del 1943). In otto giorni subì numerosi bombardamenti e serrati scontri tra le truppe alleate e le milizie tedesche, al punto da meritarsi l’appellativo di Stalingrado di Italia e a fine guerra la medaglia d’oro al valor civile. Al Moro River Canadian War Cemetery riposano i 1400 soldati canadesi caduti in quei giorni sanguinari, in cui persero la vita anche oltre 1300 civili. Il Museo della Battaglia di Ortona e un percorso lungo le vie della città vi aiuteranno a scoprire questa pagina della storia italiana.
3. Via Verde della Costa dei Trabocchi
Da Francavilla al Mare parte la Via Verde della Costa dei Trabocchi. Si tratta di 42 km di ciclovia, che attraversa uno dei tratti di costa adriatica più affascinanti ed offre uno scorcio sui numerosi Trabocchi.
Ma cosa sono i trabocchi?
Sono antiche macchine da pesca, tipiche della costa adriatica dall’Abruzzo alla Puglia e in alcune zone del basso Tirreno. Costruzioni in legno, hanno lunghe braccia protese verso il mare con grandi reti a maglie strette, che vengono gettate a mare e issate con il pescato tramite argani.
Oggi tutelate dalla Via Verde, sono stati spesso trasformati in ristoranti la maggior parte con menù a prezzo fisso (a partire da 40€ circa), dove almeno dalla nostra esperienza, vale più l’atmosfera che il pesce nel piatto.
4. Abbazia di San Giovanni in Venere
Nel comune di Fossacesia si trova l’imperdibile Abbazia di San Giovanni in Venere, un complesso monastico risalente al XIII secolo, anche se si hanno notizie di un tempio romano pre-esistente nello stesso sito e dedicato alla dea Venere (da cui probabilmente l’attributo del nome), poi sostituito e in parte riutilizzato in epoca cristiana.
Il portale principale è detto Porta della Luna, poiché durante il solstizio d’estate, il sole illumina il presbiterio e la cripta al tramonto. La porta del sole è invece illuminata al solstizio di inverno con la luce sulle tre absidi.
5. Guardiagrele e le Sise delle Monache
Tra i piccoli comuni che vale la pena di visitare c’è sicuramente Guardiagrele; tra i borghi più belli d’Italia, è anche la sede del Parco Nazionale della Majella. Da qui, quindi, potrete partire alla scoperta del Parco, sulle tracce di orsi, aquile e lupi, lungo i sentieri CA.I., oppure, se siete pigri come noi, dedicarvi ad un trekking cittadino in cerca di bontà culinarie. La vostra curiosità siamo certi sarà ripagata in entrambi i casi, anche perché oltre alle bellezze naturalistiche che vi offrirà il trekking, Guardiagrele custodisce la ricetta delle Sise delle Monache, un dolce speciale, dall’inconfondibile forma di tre monti (così chiamato dai più pudichi), cosparsi di zucchero a velo, a base di pan di spagna farcito di crema freschissima. Noi vi consigliamo di andare alla Pasticceria Emo Lullo, che è un gioiellino nato nel 1889, e chiedere ad Emo il perché del nome Sise delle Monache. Un altro consiglio? Fermatevi a pranzo o a cena alla Cantina del Tripio per assaggiare la cucina tipica d’Abruzzo.
6. Parco di Lavino
Si tratta di un piccolo parco nel comune di Scafa, che dal 1987 è anche area naturale protetta d’Abruzzo. Il nome deriva dal fiume Lavino che nasce nella Majella e che ha una curiosa particolarità. Le sue acque sono infatti sulfuree ed oltre a regalarvi delle inalazioni gratuite, vi permetteranno di godere di colori azzurro-turchesi incredibili (no la foto che vedete qui, non è affatto ritoccata, ve lo giuriamo!) in forte contrasto con i prati verdi circostanti.
I laghi non sono balneabili, ma in compenso la passeggiata nel parco è molto piacevole e vi porterà ad un Mulino del XVI sec. purtroppo chiuso ed abbandonato. Il bar del parco era chiuso al nostro arrivo, quindi organizzatevi con un bel pic-nic.
Valeria Mulas
Sommelier e degustatrice AIS. Assaggiatrice ONAF.
Comunicatrice empatica.
Appassionata di vino, cibo, arte e bellezza.
A tratti pittrice, scrittrice di troppe lettere.
- Valeria Mulas#molongui-disabled-link
- Valeria Mulas#molongui-disabled-link
- Valeria Mulas#molongui-disabled-link
- Valeria Mulas#molongui-disabled-link