Siamo ravioli
La vita raccontata attraverso il cibo
by Valeria Mulas
Folgorati sulla via di ritorno dal Pastificio Cabella di Verano Brianza, iniziamo una piccola rubrica dall’evocativo titolo: “La vita raccontata attraverso il cibo”. La prima storia che vogliamo narrarvi, “Siamo ravioli”, racchiude una vita intera, ci ha toccati nel profondo ed è un invito alla condivisione e al gusto.
Se penso alle zucchine ci sono due ricordi gusto-olfattivi che invadono prepotentemente il mio corpo. Uno è legato alla mia nonna paterna e l’altro a mia madre.
La mia nonna Maria – per me, e poi per tutti, nonna Cocca, perché amava chiamarmi ‘cocchiscedda’ – non si poteva definire una cuoca. La ricordo in cucina più seduta a tavola con la sua immancabile merendina con cui terminava la cena, che in piedi dietro ai fornelli, dove invece mio nonno cucinava i suoi immancabili e adorati spaghetti. Eppure, nonna Cocca è passata alla storia non solo per le sue merendine, il filu ‘e ferru delle 10 del mattino (per digerire!) e la lunga treccia raccolta in chignon, ma anche per le misteriose frittelle di zucchine.
Con lei se n’è andata anche la ricetta e a me non resta che ordinare frittelle e polpette di zucchine ogni volta che le trovo in menù, quasi sempre in Grecia, alla ricerca di quel sapore perduto. Ogni tanto l’epifania accade almeno in parte, anche se le frittelle di nonna Cocca avevano una caratteristica assurda che non ho più incontrato: erano cosparse di zucchero.
Ma se le frittelle invadevano le vacanze estive in Sardegna, la quotidianità era fatta molto più concretamente dalle frittate alle zucchine di mia madre. Una vera invasione di gusto che il pane assorbiva in un matrimonio perfetto, nato solo per lasciare intatto il desiderio di volerne ancora e di non saziare mai completamente. Qui il segreto temo sia l’abbondanza dell’olio per dare alle zucchine quel gusto che solo la frittura delicata può sprigionare insieme agli aromi. Ed è proprio il profumo delle zucchine che friccicano felici in padella che mi ha avvolta in un secondo, quando Anna mi ha raccontato la storia della mamma di Adele (nome di fantasia).
«Quando entrò in bottega quel giorno, Adele aveva lo sguardo di chi sa che deve dare presto un addio doloroso e definitivo. Veniva spesso a comprare la nostra pasta fresca, da quando avevamo aperto, ma quello sguardo non lo avevamo mai visto prima. Accompagnava Adele insieme ad un misto di smarrimento e nello stesso tempo di ricerca di bellezza. La malattia di sua mamma stava lasciando segni anche su di lei. Mi chiese i ravioli più saporiti che potessero mangiare tutti insieme e che potessero toccare le papille gustative, ormai bruciate dall’invasiva chimica medicale, di sua mamma.
Non era una scelta facile, ma consigliai i nostri ravioli alle zucchine. Giorgio fa trifolare le zucchine prima di metterle a riposo delicatamente in cuscini di morbida pasta fresca. Il sapore è delicato ed esplosivo, ma non potevo essere certa che colpisse anche le pareti bruciate dalla malattia. Adele non tornò per molto tempo in bottega, ma quando lo fece il suo sguardo era vuoto e pieno insieme.
Mi raccontò che i ravioli risvegliarono il gusto di sua mamma in una dolce e lunga sorpresa, che fu un inaspettato dono nell’ultimo pranzo con tutta la famiglia vicina.»
Andarsene così, con il gusto di zucchine trifolate avvolte nella pasta fresca deve essere un sospiro di bellezza, una pacificazione con il dolore, la costruzione di un ricordo memorabile. La grazia che giunge a risvegliare i sensi e ricordarci che siamo anime racchiuse in un corpo di fragilità, a ricordarci che siamo tutti un po’ dei ravioli.
Foto credits Pastificio Cabella
Pastificio Cabella
Il Pastificio Cabella propone pasta fresca artigianale con l’utilizzo esclusivo di farine biologiche e uova fresche a Km 0. Inoltre non utilizzano insaporitori, né conservanti. Per maggiori informazioni andate a trovarli a Verano Brianza.
Via Roma, 13 – Verano Brianza – MB
Vuoi scoprire un’altra storia di gusto? Leggi il nostro articolo sullo Storico Ribelle
Valeria Mulas
Sommelier e degustatrice AIS. Assaggiatrice ONAF.
Comunicatrice empatica.
Appassionata di vino, cibo, arte e bellezza.
A tratti pittrice, scrittrice di troppe lettere.
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