Colline Novaresi: una gita enogastronomica a due passi da Milano
by Valeria Mulas
I tempi finalmente sono maturi per tornare ad esplorare cantine e luoghi incantati. Meglio se vicino casa, evitando assembramenti e caos.
Vi raccontiamo la nostra gita enogastronomica tra le Colline Novaresi, alla scoperta del Nebbiolo dell’Alto Piemonte.
Pronti con gli appunti?
La strada, rigorosamente senza pedaggi, da Milano si snoda presto tra campi e risaie, con tratti in cui la natura si svela potente tra i paesini.
Ad un tratto le colline, improvvise, arrivano allo sguardo e tutto si fa più dolce. Quando giungiamo alla prima tappa è ancora ora di colazione praticamente (10,30), ma noi abbiamo ben 5 vini da assaggiare alla Cantina Brigatti di Suno e non stiamo nella pelle.
Ci accoglie Francesco Brigatti, enologo e agronomo a capo dell’azienda rigorosamente famigliare: fu il nonno Alessandro, infatti, che nei primi del ‘900 diede il via all’avventura, seguito dal figlio Luciano, negli anni ’50, che ampliò i vigneti e selezionò le uve. Oggi Francesco rappresenta la terza generazione di vignaioli delle Colline Novaresi, il cui vino raggiunge America, Giappone, Taiwan e buona parte dell’Europa.
La nonna gli diede del matto, ma alla fine il risultato nel bicchiere diede forza a quella scelta."
Il vino delle Colline Novaresi di Francesco Brigatti
Ogni Möt, collina, ha i suoi terreni e la propria particolare esposizione, che si trasformano in vocazioni e danno vita a vini diversi. Francesco ci accompagna nella cantina di famiglia e poi nella sala degustazione, ricavata nella vecchia stalla, che il nonno adibì, dopo la vendita delle mucche, ai vini. In una delle due salette, ci sono ancora le vecchi vasche di cemento: bianche ed enormi, insieme ad una collezione di etichette Brigatti d’annata, raccontano tutta la storia di questa terra.
Oggi Francesco coltiva i suoi 6 ettari secondo i criteri di lotta integrata, utilizza botti di rovere francese o di Slavonia, ma anche cemento, andando a differenziare gli affinamenti per esaltare i profumi delle sue uve: nebbiolo in primis, poi la speziata vespolina, l’uva rara e la barbera. Produce anche un bianco luminoso, con bacche di un’uva autoctona.
Degustazione Vini Brigatti
La degustazione parte con l’unico bianco di produzione Brigatti: il MottoBello (dal nome della sua collina). Da uve autoctone a bacca bianca (non vi sveliamo di più, perché la storia di questa vite vale la pena di farsela raccontare da Francesco), questo vino giallo paglierino luminoso, scopre al naso, dopo un accenno di foglia di pomodoro, un campo di fiori e miele; in bocca regala grande mineralità e sapidità.
Proseguiamo tra una chiacchiera e l’altra con una Vespolina in purezza, vinificata metà in acciaio e metà in cemento. Maria è un vino vispo di colore rubino, ricco di spezie e di fiori rossi, con un sentore di chinotto. In bocca è piacevolissimo.
Ormai siamo pronti e caldi per affrontare il Nebbiolo dell’alto Piemonte e infatti Francesco ci serve il suo MötZiflon del 2017, che colpisce subito per i sentori di spezie della Vespolina (10%), in breve superati dall’immancabile violetta del nebbiolo (85%). L’uva rara (5%) completa questo uvaggio, che invecchia 20 mesi in botti grandi di rovere di Slavonia. Il nome come ormai sappiamo deriva da Möt, collina, mentre Ziflon è il canto degli uccellini (zufolo). Siamo in cantina, ma ci sentiamo già leggeri come uccellini, inebriati dall’eleganza di questo vino, di cui faremo incetta!
Il MötFrei (Collina dei Funghi Porcini), è invece un 100% nebbiolo e si sente al naso subito la mancanza di spezie tipiche della Vespolina, a favore di violetta e frutti rossi carnosi. Invecchia in tonneaux di rovere francese e lascia una bella persistenza sapida e fresca.
Lo stomaco sente già il richiamo di un pasto caldo, ma c’è tempo per l’ultimo bicchiere: Oltre Il Bosco, è un nebbiolo 100% coltivato tra Suno e Ghemme, per cui sfoggia una bella DOCG. Fa un primo affinamento di 70 giorni in cemento e 2 anni in botte grande, per raggiungere la sua pienezza di gusto. Profumi più maturi di frutti rossi e fiori essiccati e grande struttura tannica, non lasciano cadere quelle che abbiamo imparato a capire essere le caratteristiche di questo territorio e che Francesco Brigatti ha saputo mantenere inalterata nei suoi vini: sapidità e freschezza.
Boniperti e i suoi vini
Dopo qualche foto alle vigne e un buon pranzo nel delizioso cortile della Trattoria da Barone, raggiungiamo a Barengo, Gilberto Boniperti, che ci accoglie nel patio della sua azienda famigliare, con già i bicchieri pronti.
Enologo, conduce l’azienda che fu del nonno dal 2008, sotto il motto “Sole. Terra. Tradizione”, coltivando Nebbiolo, Vespolina e Barbera, con metodo tradizionale, ma cercando di preservare l’ecosistema il più possibile. Gilberto ha la pelle di chi è appena tornato dal sole delle vigne e un velo di tristezza negli occhi: il fido Ettore si è spento all’improvviso da qualche giorno e la sua assenza in giardino pesa molto.
Ci versa il suo RosadiSera, un meraviglioso rosé buccia di cipolla, 100% nebbiolo, che ci sveglia dal torpore della digestione, con un intensità di profumi di fragolina di bosco, rosa su uno sfondo di erbe di campo e basilico. Irresistibile anche la beva: fresca, sapida, agrumata. Per fortuna è servita a qualche grado in più, altrimenti sarebbe impossibile non finire la bottiglia senza accorgersene!
Parliamo un po’ della vita di paese, dello spopolamento di negozi e servizi e delle difficoltà di questo anno che ha messo a dura prova un po’ tutti. La vigna però non si è mai fermata e ora si spera riparta anche il commercio. Anche lui, come l’amico Brigatti, esporta più della metà della produzione; segno che i vini dell’Alto Piemonte hanno estimatori anche fuori dall’Italia.
Seguiamo la degustazione con FavolaLunga, una Vespolina 100%, che a detta di Gilberto, nel 2019 ha prodotto un vino decisamente speziato. Il colore è un rubino intenso, in bocca ritroviamo quel retrogusto agrumato insieme alla grande sapidità, che nel complesso dà una grande freschezza.
Entriamo di diritto, dopo questo riscaldamento, negli assaggi di Nebbiolo con Carlin II, un’evoluzione del Carlin perché passa un inverno in più in acciaio rispetto ai due canonici. Il vino che ci arriva ha un bel tannino elegante, con frutti rossi e fiori che tornano anche nella scia del retrogusto.
Da uve coltivate a Brioni e quindi in piena denominazione Fara Doc, nasce l’ultimo dei nostri assaggi: Barton, in omaggio al nonno; un uvaggio di Nebbiolo al 70% e Vespolina al 30%, dal sapore deciso, fresco e sapido, che lascia una scia speziata, intarsiata di tannino.
Ci lasciamo facendoci indicare il sentiero per il Castello edificato nel XV sec. che scorgiamo dalle vie di Barengo. Gilberto ci indica anche la strada per la Panchina Gigante (nr. 130) che domina, insieme al campanile, la vallata con le sue risaie.
Per maggiori informazioni sul dove trovare tutte le panchine giganti vi segnaliamo il progetto Big Bench Community Project, che ha aperto una campagna di finanziamento per ampliare i propri progetti e con cui potrete ottenere una bellissima bottiglia decorata da Chris Bangle.
Dove: Colline Novaresi tra Suno e Barengo
Cantina Brigatti e Boniperti Vignaioli
Quando: Il primo week-end di sole che avete disponibile.
Il consiglio: prenotate la degustazione con giro in cantina e lasciatevi guidare dall’esperienza dei vignaioli
Dove pranzare: Trattoria da Barone oppure organizzate un bel Pic Nic
Valeria Mulas
Sommelier e degustatrice AIS. Assaggiatrice ONAF.
Comunicatrice empatica.
Appassionata di vino, cibo, arte e bellezza.
A tratti pittrice, scrittrice di troppe lettere.
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