Sono stata al cospetto del dio Bacco
o delle memorie di Romanée-Conti

by Pina Falletta

Chi conosce Pina Falletta sa quanto sia restia a scrivere pubblicamente delle sue degustazioni, figuriamoci se si espone poi sul Domaine de la Romanée-Conti.  Eppure appunta sempre le sue sensazioni e ha memoria per dettagli piccoli e sottili. Quelli che fanno grandi i vini. Qualche giorno fa in un fugace incontro davanti ad una tazza di tè, ha commesso l’errore di lasciare incustodito il suo diario di degustazioni e noi non abbiamo resistito. Non sappiamo se Pina ci perdonerà per
questo piccolo furto, ma abbiamo dalla nostra la curiosità per dei vini che per molti di tutti noi
resteranno inarrivabili forse per tutta la vita. Per noi parteggia anche sua maestà dio Bacco, ne siamo certi! 

A voi doniamo questo nostro furto, segno di una inestimabile degustazione di alcune tra le opere d’arte del Domaine de la Romanée-Conti.

Romanée-Conti
Romanée-Conti - Ph. Credits Pina Falletta
«Gennaio 2025 verrà sicuramente ricordato come un momento importante della mia vita, per tanti motivi; ma non sono qui per raccontarvi di me, ma del mio incontro casualissimo con il dio del vino. Mi viene in mente, mentre scrivo, il buon Gianni (@Vignarionda) quando mi parlava del vino di Borgogna a notte fonda. Mi ripeteva spesso, ridendo: «Con la Borgogna, se cominci, ti fai male!».Che bello, però, farsi male così! Ed è per ricordare questo bel male che lascio qui questi miei appunti di memoria.»

Échézeaux 2020 - Domaine de la Romanée-Conti

Domaine de la Romanée-Conti
Ph. Credits Pina Falletta

Quelli bravi direbbero che sembra di mordere il durone più grosso, croccante e piacevole della vita. Naso
importante, sentori di frutto rosso croccante, di ciliegiona buona buona. Si percepisce il legno, lontano,
perfettamente digerito sebbene sia un vino giovanissimo, penso sia il manico (vignaiolo NDR), forse no, non
sono in grado di capirlo, ma questo sentore piccolissimo di spezia vanigliata, perfetta, mi esalta. Un filo
conduttore nei vini del Domaine più prestigioso al mondo.
In bocca ravviso una esplosione, come a masticare un durone; tanto frutto, ma elegantissimo. Più frutto e
spezia. Fiori no.
E se ci fermassimo qui, si potrebbe affermare di aver bevuto la bottiglia della vita.

Grands Échézeaux 2020 - Domaine de la Romanée-Conti

«Estroflessione dei profumi» ipse dixit. Se Échézeaux gioca sul frutto, Grands Échézeaux è un campo di
fiori. Viola e rosa, ma non una rosa fané, come nel nebbiolo di langa, ma una fresca, appena colta. Sento poi
glicine. La bocca è molto agile, ma quello che mi resta impresso è il profumo, indimenticabile, che mi
riporta, in parte, ad un assaggio del Vosne Romanée 1er Cru Cros Parantoux di Emmanuel Rouget, annata
2014.

Romanée St Vivant 2020 - Domaine de la Romanée-Conti

Diversissimo dai due precedenti, tranne che per il colore, rosso porpora brillantissimo. Ad alcuni che hanno
condiviso questi assaggi con me, non è piaciuto. Invece, io l’ho adorato, pur essendo il mio primo assaggio
per questo gran cru.
Austero nei profumi, questo è certo, eppure così elegante! Mi ha foderato le guance con la carezza più
fantasmagorica che io abbia mai ricevuto. Una sensazione tattile che ti lascia senza fiato. Ne vorrei ancora e
ancora.

Romanée Conti 2021 - Domaine de la Romanée-Conti

Domaine de la Romanée-Conti
Ph. Credits Pina Falletta

«Passiamo al brodo primordiale», ho pensato appena mi hanno versato questo calice.
A dire il vero non l’ho portato subito al naso, mi tremavano le mani. Penso sia normale però.
Colore assai scarico: alla vista avrei detto un vecchio nebbiolo, quasi arancione trasparente.
Difficile da descrivere senza rischiare dire delle boiate, francamente…
Al naso, fra le altre cose, una bella sensazione vegetale, come una sorta di curcuma in lontananza, eppure
assolutamente identificabile. 

Questo vino era perfetto. Fastidiosamente perfetto; tutto in sottrazione però, meno alcol, meno sale, meno
tannino, meno sapore. Nessun elemento gridato, ma tutto equilibratissimo. Non so dire. Brodo primordiale
l’ho chiamato e lo ridico.

Corton Charlemagne 2020 - Domaine de la Romanée-Conti

Secondo anno di produzione del bianco. In Borgogna si suole bere dopo il rosso, perché qui i bianchi hanno
il potere di cancellare dal palato i rossi. Quindi non facciamo discussioni inutili. Finiamo in bianco!
Ignorantemente dirò che mi è sembrato un blend perfetto nel bicchiere di tutti i migliori bianchi di Borgogna
mai assaggiati: dritto, ma anche burroso e fruttato, e speziato, e agrumato, e fiorito e sapido.
Bello, bello, bello.
Finita la degustazione? sì. Anzi no, decidiamo di aprire un’altra bottiglia.

Romanée Conti 2019 - Domaine de la Romanée-Conti

Romanée Conti 2019 - Domaine de la Romanée-Conti

Non sempre il divino è stato compreso immediatamente dagli uomini, figuriamoci dalla qui presente Pina…
Il naso era un pochino contratto, più chiuso, rispetto al precedente assaggio; ma la bocca, ragazzi!
Con i miei soliti paragoni sciocchi dirò che mi è sembrato di bere l’Échézeaux e il Grands Échézeaux
mischiati insieme nel bicchiere. Il tutto con un quid in più di raffinato, di elegante, di tutto. Una bocca
indimenticabilmente dilagante.

Solo che l’ho capito dopo qualche giorno. Quando non c’era più.

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Pina-Redazione Vinity Fair-Chi Siamo
Pina Falletta

Sommelier AIS e Accademica e consultrice Accademia Italiana della Cucina (del. Lodi). Ho conseguito l'executive master in cultura e management del vino a Pollenzo, presso Unisg.

La mia per i vini è stata una pessima annata (1972).

Ho cercato di rimediare studiando il vino in tutte le sue sfaccettature.

Cerco sempre di ascoltarlo. E lui mi parla.