SLOW WINE 2025

L'amata guida arriva in libreria con due novità di rilievo

by Valeria Mulas

Slow Wine 2025 - l'amata guida arriva in libreria

Arriva in libreria la nuova guida Slow wine 2025 con due novità di rilievo e una commossa dedica al vice-curatore Paolo Camozzi, scomparso prematuramente lo scorso 3 aprile. 

Presentata al pubblico milanese lo scorso 19 ottobre 2024 negli spazi di Superstudio Maxi, l’amata guida, alla sua quindicesima edizione, si veste di coraggio e sfida il presente con un’idea di futuro ancora più pulita.

«In un momento di forte crisi, abbiamo preso una decisione fondamentale, con questa guida», dichiara Federico Varzi vicepresidente di Slow Food Italia, in apertura della convention, «una scelta politica, che si inserisce tra le azioni che possano influenzare il cambiamento e l’atteggiamento nei confronti degli eco-sistemi: come Slow Food stiamo già da tempo lavorando alla salvaguardia e conservazione dei boschi e dei prati stabili, ci sembrava però necessaria un’azione concreta per cambiare il paradigma anche nel mondo del vino. La scelta quest’anno è stata dunque quella di considerare l’assenza di diserbo chimico un prerequisito necessario per essere recensiti in guida».

Eccola la prima grande novità di questa guida, che si pone non solo il mero obiettivo di dare al consumatore uno strumento di orientamento, ma anche quello coraggioso e politico di influenzare il futuro e le scelte stesse dei produttori. Sono quindici anni ormai che Slow Wine con la sua guida e il suo manifesto si inseriscono a pieno titolo tra i green influencer – come potremmo definirli oggi – che hanno spostato in alto l’asticella, orientando la viticoltura verso il biologico e il biodinamico.

Oggi la svolta è quella di un’ulteriore presa di coscienza dell’importanza del suolo e del sottosuolo. L’impoverimento della biodiversità di microrganismi vivi e vitali nei terreni delle aziende convenzionali rispetto a quelle biologiche o biodinamiche è decisamente rilevante (il rapporto acari/collemboli nel filare passa da 0,59 del convenzionale a 2,62 nel biologico-biodinamico, per esempio); per questo, in uno scenario di sempre più lampante evidenza dello stretto rapporto tra scelte umane e cambiamento climatico, risulta di grande importanza la decisione di Slow Wine di non prendere in considerazione le aziende le cui pratiche agricole sono un impoverimento della biodiversità del suolo.

La seconda novità della guida 2025 è il pensionamento del riconoscimento del Vino Quotidiano a favore di una selezione di Top Wines che, nelle rispettive denominazioni, offrono un prezzo eccezionale. Si tratta della nuova menzione Best Buy. Una scelta dettata dai tempi che corrono: l’aumento dei costi di produzione e quindi dei prezzi a scaffale ha reso la vecchia menzione di Vino Quotidiano (con un range entro i 12€ a parità di alta qualità) di fatto non esprimibile in molte regioni. «Una segnalazione non puramente estetica, ma che ha radici molto lontane: nel Manifesto di Slow Food dell’89, scritto dai nostri padri fondatori, si parla di diritto al piacere. Un diritto che per noi è fondamentale, ma deve essere per tutti», dichiara Giancarlo Gariglio, curatore della guida.

Entrambe le scelte ci sembrano notizie importanti per un settore che può fare da volano per l’agricoltura tutta, in un momento in cui risulta più che urgente pensare a delle pratiche reali e realistiche per affrontare non solo il climate change, ma anche la necessità di ripensare il modello economico in generale. Ci pare ormai evidente che spingere sui consumi (per altro in costante calo nel settore), cercando tra i giovani consumatori nuovi adepti e inseguendo la facile beva o l’effervescenza a tutti i costi (tanto quanto prima si è spinto sui legnosi rossi di ispirazione americana), impoverisca ulteriormente tutta la catena del valore. Il risultato troppo spesso sono terroir traditi, pratiche enologiche spinte per ottenere il vino desiderato, ma impoverito, e prezzi che si innalzano solo in funzione della domanda del mercato. Scegliere di fare vino Slow, oggi più che mai, si inserisce in un contesto di cambiamento accelerato, che richiede calma, sangue freddo, lucidità e lungimiranza; o «grande onestà», per dirla con le parole di Jeff Porter – sommelier e giornalista di Wine Enthusiast – relatore insieme a Luca Solaris – enotecario di Cantina Isola – del convegno Il mercato chiede vini di pronta beva, ma il clima la pensa diversamente. Il “vino snaturato” per seguire il mercato e le mode del momento viene ormai facilmente smascherato da un pubblico sempre più attento e consapevole: il consiglio di Porter è quello di inseguire la finezza e l’equilibrio. 

La presentazione è stata anche occasione di incontro per giornalisti, sommelier, produttori e semplici appassionati: quasi 500 le aziende presenti, sulle 2000 recensite, con più di 1000 assaggi disponibili ai banchi.

Fonte Soil Atlas 2015

I premi Slow Wine

A conclusione del convegno sono stati assegnati sette premi speciali, di cui riportiamo le motivazioni della redazione.

Giovane Vignaiolo: Luca Amerio di Tenuta Il NespoloMotivazione: Luca Amerio nasce il 20 luglio 1995 praticamente sotto una pianta di vite. I genitori e gli avi, infatti, che da sempre coltivano la vigna nel Monferrato, vendevano l’uva e il vino sfuso. Terminati gli studi universitari, Luca ha rinnovato l’azienda di famiglia, iniziando a sfornare etichette di grandi tipicità e personalità, che ci sono piaciute moltissimo fin da subito. Non solo: insieme a un manipolo di amici e colleghi, Luca ha dato vita all’associazione esCAMOtage, nata per valorizzare il Moscato secco di questo angolo di Piemonte. Un’iniziativa davvero lodevole, che seguiamo con interesse e che promette di cambiare l’enologia di queste parti!

Viticoltura Sostenibile: Cantina I CacciagalliMotivazioneUna masseria risalente alla fine del Settecento, nel parco regionale di Roccamonfina, nell’alta Campania, dove vivere un’esperienza lenta e a basso impatto ambientale. Un biolago balneabile con un sistema di fitodepurazione che consente di evitare l’uso di prodotti chimici per mantenere l’acqua fresca e pulita, contribuendo a preservare la straordinaria biodiversità del luogo. Quaranta ettari di terra coltivati in biodinamica, dove la vite convive con le altre coltivazioni tipiche della zona, come il grano, la nocciola tonda, i ceci di Teano. Una cantina costruita in bioarchitettura con vasche di cemento e oltre 60 anfore. I Cacciagalli è il sogno di Diana Iannaccone e Mario Basco divenuto realtà.

Premio alla Carriera: Mirella Civiteri e Giulio Salvioni di La Cerbaiola. Motivazione: un’azienda agricola virtuosa e a misura d’uomo, quella di Mirella Civitelli e Giulio Salvioni, che hanno costruito la propria reputazione su un puntiglio di matrice artigianale, sulla coesione familiare e su una ricerca della qualità senza compromessi, esplicitando nei loro vini, con pregevole regolarità, le enormi potenzialità del Sangiovese di Montalcino. E questo senza inseguire mode e nel rispetto di una visione fedele alla tradizione dei luoghi, da cui sono scaturite bottiglie memorabili per profondità, eleganza e longevità, portavoce eloquenti che hanno contribuito a dare lustro, ispirazione e nomea alla denominazione e a un intero territori.

Novità dell’anno: CampolavicoMotivazioneDaniele (Lombardi) & Daniele (Vittorilli) sono l’anima di una delle più ispirate aziende che ci sia capitato di incrociare. A partire dal nome, quel Campolavico che diviene manifesto territoriale andando ben oltre le più semplici delle intenzioni. Sono poche le vendemmie alle spalle, ma è chiara la visione del futuro: attraverso lo sguardo al passato dei Castelli Romani i due Daniele intendono ritrovare quell’identità oggi rimasta addosso soltanto a pochissime altre realtà. L’agricoltura sartoriale e la cantina di minimale costituzione impreziosiscono il nostro sincero entusiasmo.

Vitalità del suolo: Les GrangesMotivazione: conosciamo tutti le difficoltà della viticoltura di montagna, legate principalmente alle pendenze e alla peculiare conformazione dei terreni. Sotto uno strato relativamente sottile di sabbie e limo giacciono pietre e roccia madre; terreni poveri, in cui la vite deve affondare le proprie radici alla ricerca dei nutrienti e in cui diventa dirimente la vitalità del suolo e il rispetto totale per l’ambiente circostante. Ecco, a Les Granges questa visione è chiara ormai da oltre 10 anni e spesso ha portato a scelte estreme e poco interventiste. È l’eredità che ci ha lasciato Gualtiero Crea: rispetto, coerenza e voglia di osare che speriamo possano essere d’esempio per le future generazioni di vigneron valdostani.

Slow Wine Coalition alla Solidarietà: Bergianti Vino – Terre ViveMotivazione“organismo” è il termine che Simona Zerbinati e Gianluca Bergianti hanno scelto per definire la propria azienda agricola. Il vino si inserisce infatti in un sistema più ampio e complesso, che promuove un modello sostenibile di produzione e consumo, ponendo al centro il rispetto per la natura e per le persone. Sostenitori di un approccio poco interventista e steineriano, Simona e Gianluca hanno animato una vera e propria comunità, contribuendo in modo decisivo a cambiare lo sguardo sul Lambrusco. Attraverso la cooperativa Il Fermento, poi, portano avanti progetti di formazione e inserimento lavorativo per persone svantaggiate, convinti che l’inclusività e l’accoglienza delle diversità possano rendere più fertile non solo la terra ma anche gli uomini.

Accoglienza in cantina: PlanetaMotivazione: i cugini Francesca, Alessio e Santi Planeta, enfant prodige del vino siciliano di inizio anni Novanta, sono ormai cresciuti, ma le loro idee sono sempre più attuali, frizzanti e innovative. L’azienda che hanno plasmato è forse quella che nel panorama italiano ha speso di più sia in termini di tempo dedicato sia di investimenti finanziari per creare un’esperienza Planeta e accogliere gli appassionati e i professionisti del vino in un mondo in cui regnano sovrane bellezza, professionalità e convivialità. Tutto questo senza costruire un luna park di cartapesta, ma mantenendo un legame forte con le radici della tradizione regionale e ponendo al centro la qualità e la capacità di affascinare attraverso un racconto pregno di solidi contenuti.

Tanti gli assaggi, ma soprattutto le chiacchierate, le nuove conoscenze e i ritrovati abbracci con i tantissimi produttori presenti. Personalmente abbiamo deciso di partire dal sud Italia, dando spazio ai vignaioli più lontani da noi, come Marilena Barbera, che da tempo volevamo conoscere e ringraziare per il suo attivo impegno nel raccontare senza remore le difficoltà e le sfide della viticoltura ai tempi del climate change. 

Ci portiamo a casa, al posto delle classiche note di degustazione, la consapevolezza di quanto ognuno di noi – produttori, degustatori, sommelier, giornalisti, wine educator – in questa piccola grande catena del vino sia un tassello fondamentale nel racconto del vino quale frutto del lavoro dell’uomo e delle sue scelte. Mai come ora questa narrazione deve avere uno sguardo orientato non solo alla qualità del prodotto, ma anche alla viticoltura come strumento di tutela del suolo e della biodiversità. Mai come ora riteniamo sia fondamentale una coalizione di intenti volti a creare un’unica voce in grado di orientare il mercato verso quei vini più giusti e puliti per tutti.

L’appuntamento con tutti loro è a Bologna per la quarta edizione della Slow Wine Fair, dal 23 al 25 febbraio 2025, che quest’anno si terrà in sinergia con SANA Food.

Vuoi saperne di più su Slow Food e i suoi presìdi? Leggi il nostro articolo: lo Storico Ribelle. Quando un formaggio diventa scuola politica 

Valeria-Redazione Vinity Fair-Chi Siamo
Valeria Mulas

Sommelier e degustatrice AIS. Assaggiatrice ONAF.

Comunicatrice empatica.

Appassionata di vino, cibo, arte e bellezza.

A tratti pittrice, scrittrice di troppe lettere.