VINI DI VIGNAIOLI 2024
Dopo 10 anni la manifestazione dedicata ai vini artigianali e naturali torna a Milano
by Valeria Mulas
Vini di Vignaioli, la fiera dedicata ai vini certificati biologici e biodinamici che abbracciano la filosofia del vino artigianale e ‘naturale’, vide una prima edizione a Milano nel 2014, per poi radicarsi a Fornovo.
I tempi immaturi, ma sicuramente lungimiranti di allora, sembrano lontani anni luce dall’interesse oggi riscontrato intorno ai vini artigianali. La parola “naturale” è, sempre più, il leitmotiv di una ricerca spasmodica di vini senza chimica. Al netto del chiedersi se non ci sia più marketing che realtà (senza un disciplinare e senza certificazioni, siamo nell’ambito della fiducia pura), è indubbio che sia in atto un movimento concreto che richiede processi di produzione in cui la mano dell’uomo si faccia slow, piccola, garante di una naturalità che la società dei consumi ha relegato in angoli più o meno dipinti di verde. «A crescere è stata soprattutto l’attenzione di nuove vignaiole e nuovi vignaioli verso un’agricoltura sempre più pulita e rispettosa dell’ambiente», afferma Christine Cogez-Marzani, ideatrice di Vini di Vignaioli a Fornovo (PR). L’evento – realizzato da Christine Cogez-Marzani in collaborazione con Lorenzo de’ Grassi, organizzatore di Live Wine – offre, dunque, un’occasione golosa non solo per i numerosi assaggi a disposizione, ma per conoscere e confrontarsi con i produttori e l’idea di un mondo più pulito.
I nostri assaggi a Vini di Vignaioli
Fatte queste debite premesse, calice e quaderno alla mano – accompagnati anche da Do_You_Speak_Wine – ci spingiamo tra i banchi dei vignaioli che in via Mosso sono arrivati da tutta Italia e dalla Francia, da cui per altro decidiamo di partire. Château de Piote, a nord est di Bordeaux, è una realtà di 12 ettari che realizza una decina di etichette da vigne per il 50% con un’età superiore ai 50 anni. Convince il suo Cuvée des Potes Clair (50% merlot, 40% malbec e 10% cabernet sauvignon) e il gourmant AOP Bordeaux Supérieur (80% merlot, 20% cabernet sauvignon). In Italia siamo partiti dalle regioni meno rappresentate come la Sardegna: Altea Illotto con i suoi 4 ettari circa a Serdiana ci ha fatto bene al cuore con una produzione che, sia in bianco sia in rosso, non si nega in salinità. In particolare ci ha conquistato l’Altea Bianco, un nasco quasi in purezza, con un leggero tannino che fa da supporto ad un’entrata dolce, di albicocca e susine gialle in marmellata, e chiude salino. Altea Rosso e Duo sono espressioni territoriali con uve quali cannonau, monica, carignano e barbera sarda, per il primo, e monica e barbera sarda per il secondo: vini che giocano sul frutto del mirtillo in marmellata e che richiamano la convivialità a tavola. In Liguria troviamo Terrazze Singhie e il lumassina, un vitigno autoctono a bacca bianca originario del genovese, ma diffuso e autorizzato solo nel savonese. Fresco e beverino il Lumassina di Bosco di Terrazze Singhie, gioca con le erbe aromatiche, dal basilico alla salvia: un’insolita scoperta per i curiosi degli autoctoni come noi. In provincia di Udine, precisamente a Savorgnano del Torre, ci dissetiamo con una Ribolla leggiadra e con un fresco e agrumato Friulano di Sara&Sara. Soprattutto assaggiamo il raro Picolit, ottenuto da una parte di uve raccolte prima della maturazione ottimale e appassite in fruttaio per 30/60 giorni, ed una parte lasciate in pianta per raggiungere surmaturazione e botritizzazione. Obiettivo avere l’acidità della prima raccolta, che dona longevità, e la morbidezza e complessità dalle raccolte successive. Sempre in Friuli, ma vicino a Gorizia, incontriamo Draga Miklus, un’azienda famigliare che dagli inizi del 1900 coltiva e produce vini. La Ribolla Gialla Miklus 2018 è un’autentica bellezza indigena: ottenuto dalla macerazione delle uve per 30 giorni, ha sentori di miele di castagno e in bocca una persistenza vibrante e salina, che non nega una perfetta gestione degli amari con un ritorno sul miele. Tra i banchi di Vini di Vignaioli incontriamo anche Luca Francesconi e i suoi vini Josef. Siamo a Ponti sul Mincio, in provincia di Mantova. Dei suoi vini ci colpisce in particolare l’Isidro Agricola Bianco ottenuto da vecchie vigne (vigneto Madonna della Selce accatastato nel 1922), in parte a piede franco, di un antico clone di Tocai giallo di San Martino. Macerazione con raspi e bucce di circa 12 giorni per ottenere un vino dal profumo intenso di erba medica, uva passa e agrumi, che in bocca stupisce con un tannino agrumato e salino. Decisamente una bella scoperta. Chiudiamo le nostre degustazioni del cuore con l’Azienda Agricola Foradori. 25 ettari vitati a Mezzolombardo (TN), coltivati in biodinamica (certificati Demetrer) per 4 vitigni assolutamente identitari del territorio: al teroldego, che tiene banco con ben cinque etichette, si affiancano nosiola, manzoni bianco e pinot grigio. Tra i vari assaggi ci sentiamo di eleggere il Pinot Grigio Fuoripista 2022 come il più elegante vino della giornata. La precisione chirurgica della sua freschezza si accompagna in armonico equilibrio ad un bouquet delicato e persistente. Il Teroldego Sgarzon 2022 è l’altra sorpresa dell’azienda: un rosso verticale e leggiadro, che ci ha subito fatto venire voglia di tentare un abbinamento insolito con del sushi o del tonno crudo.
Informazioni
Vini di Vignaioli nasce nel 2002 dalla passione per il vino ‘naturale’ di Christine Marzani Cogez, parigina di origine e italiana di adozione, con l’obiettivo di promuovere l’incontro con i vignaioli e l’assaggio dei loro vini. Da 22 anni, Vini di Vignaioli è il salone che riunisce tutti gli artigiani vignaioli d’Italia, e non solo, sotto lo stesso capannone.
Scopri i nostri assaggi a Vini di Vignaioli 2022
Valeria Mulas
Sommelier e degustatrice AIS. Assaggiatrice ONAF. Ha conseguito l'executive master in cultura e management del vino a Pollenzo, presso Usisg.
Comunicatrice empatica.
Appassionata di vino, cibo, arte e bellezza.
A tratti pittrice, scrittrice di troppe lettere.